Il detto «Natale con i tuoi; Capodanno con chi vuoi» non è mai stato così vero, ed effettivamente si è soliti trascorrere il Natale adagiati sulla sedia con i pantaloni sbottonati, supplicando la nonna – o chi per essa – che no, basta, non ne vuoi un altro po’ di tacchino, sei sazio!
Ma dopo pochi giorni nulla ha più importanza, si tira indietro la pancia e si raddrizzano le spalle, perché Capodanno è alle porte.
Capodanno!
Lo aspetti per 365 giorni, quel maledetto giorno di celebrazione, e nel festeggiarlo puoi riconosce distinte categorie di persone. Persone o, per meglio dire, animali, visto che la suddetta euforia rende tutti più selvaggi e privi di senno. La selezione di queste categorie avviene a seconda della risposta alla domanda: «Che fai a Capodanno?».
Chi risponde «I cazzi tuoi» fa parte della tipica specie di procastinatori che guai a fargli fretta, e che fino alle 18:00 del 31 dicembre non ha uno straccio di idea sul da farsi, e onestamente non ha neanche voglia di pensarci. Le conseguenze? Alcol dei peggiori discount di Caracas che vanno a riempire improbabili zainetti da escursione scout, un’eventuale giro storto in centro o il ritrovo improvvisato e ignorante a casa di qualcuno, giusto perché neanche il frizzantino dell’In’s merda riesce a scongelare la brina dalle chiappe.
Poi ci sono quelli che hanno già prenotato da luglio dell’anno prima lo chalet sul lago in montagna, quelli che con i soldi di paparino fanno un cenone che prevede tua madre ripiena e chicche esotiche come fragole e ciliegie… Quelli che poco dopo la mezzanotte vomiteranno tutto il ben di Dio perché sono ubriachi come scimmie.
Ma qui noi siamo povery e questa categoria ci appare un miraggio lontano; passando a qualcosa di più vicino, arriviamo ai miei preferiti, ovvero quelli che vorrebbero fare gli organizzatori di una festabbomba esplosiva con la casetta in montagna e 90 invitati, ma se ne accorgono solo quando è ormai il 28 di dicembre, troppo tardi anche solo per pensarci. Ma si ostinano, non demordono, e per questo litigano con tutti gli amici… A volte però ci riescono e l’epilogo è sempre lo stesso: un povero stronzo sobrio (solitamente proprio l’organizzatore) che sta a raccattare 89 ubriachi che distruggono la casa.
Oppure ci sono le fighette da discoteca, le coraggiose pioniere che, perfette nel loro trucco e parrucco e (s)vestite solo di micro abitini aderenti e collant velati, ancheggiano tanto decise quanto intirizzite e traballanti contro il gelo su vertiginosi tacchi dolomitici in direzione di location esclusivamente vergognose, e che intorno alla mezzanotte non saluteranno l’anno nuovo sulla pista da ballo sbocciando una bottiglia di prosecco, ma saranno sedute, abbracciate o riverse sul cesso: il freddo non perdona.
E infine ci sono loro, su cui non spendo neanche parole perché sono la specie peggiore: la coppietta innamorata e felice, quella che sbaracca dalla festa alle 00:01 perché «Dobbiamo assolutamente tornare a casa a farci le coccole».
Non prendetevela se vi siete sentiti rappresentanti e tirati in causa, d’altronde io appartengo a quella rampante e arzilla categoria che sta con i nonni e i rispettivi amici nati al tempo della guerra, quelli che parlano solo in dialetto e stanno al circolo della bocciofila con la tombola o le carte a sorseggiare aspirine, e il conto alla rovescia lo fanno a suon di bestemmie e Carlo Conti o il Gabibbo in tv.
Di qualunque categoria facciate parte cercate solo di trascorrere bene il vostro tanto agognato Capodanno e, soprattutto, non dimenticatevi di f… festeggiarlo al meglio!