Se c’è una cosa per cui la Spagna è rinomata, paella e sangria a parte, è la fiesta. Di fatto qui ogni occasione è buona per festeggiare e ci sono vari modi per farlo, ma in particolare esistono quattro fasi nella tipica serata spagnola che ogni studente Erasmus ha provato almeno una volta… o almeno dovrebbe provare. Avvertenze: potrebbe contenere stereotipi, ma neanche tanto.
I preparativi
È venerdì sera, volete uscire e avete deciso di incontrarvi in gruppo alle 23. Magari vi siete già attrezzati per presentarvi con anticipo, per non fare brutta figura… fermatevi adesso, prima di sprecare preziosi minuti del vostro cazzeggio! Dovete sapere che in Spagna il tempo scorre in modo diverso, per cui a ogni orario di ritrovo dovrete aggiungere un’ora di ritardo (a volte anche di più), se volete che ci sia qualcuno al vostro arrivo. Perciò fate prima ad andare a casa dell’amica/compagno di classe/tedesco conosciuto all’Open Day che vi ha invitato e farvi offrire una birra (spesso anche la cena), perché nessuno sarà mai pronto all’ora prestabilita. Se poi chi organizza è un* vostr* coinquilin*, meglio ancora: non muovetevi proprio di casa. Attaccatevi a Netflix, cucinate qualcosa come Cristo comanda, studiate… ma senza fretta.
Il botellón
Dire che agli spagnoli piace festeggiare è un po’ come scoprire l’acqua calda, e il loro modo prediletto per farlo è… ballare il reggaeton fino alle 7 del mattino. Ma per scaldare i motori e arrivare con il giusto atteggiamento in discoteca (ubriachi, ma non tanto da camminare come Bambi appena nato), ci si riunisce a fare botellón. Il botellón è un momento in cui gruppi enormi di persone si uniscono per bere insieme, ed è l’equivalente del nostro “preserata”… in versione gigante e con gente sconosciuta, anche se a volte degenera al punto da diventare la festa stessa. E considerando che bere in strada è illegale, non stupitevi se i vicini non vi ameranno. Ma questo è un problema dei voi del futuro, quindi ricordate: birra, vino, gin, repeat!
La fiesta
Sperando che i bodyguard non si accorgano che il vostro senno è ormai sulla Luna insieme a quello di Orlando e vi lascino entrare, un vantaggio della movida spagnola sono le liste gratis. Ovvero, entrando prima di una certa ora in alcuni locali non dovrete pagare, e il portafoglio vi ringrazierà se uscite spesso. Neanche a dirlo, la musica d’elezione sono il reggaeton ed i ritmi latini, e anche se andate a sentire la techno guardatevi le spalle: potrebbe capitarvi un remix della Gasolina a tradimento.
Il bajón
Se siete arrivati all’ultima tappa della serata vi meritate un applauso: sono molti quelli che non ce la fanno, caduti a colpi di tequila e hit di Daddy Yankee. Ora viene il momento di accedere al vostro premio post discoteca: il bajón, termine tecnico per “sfondarsi di qualsiasi cibo spazzatura prima di tornare a casa”. A Valencia in particolare c’è una catena aperta fino a mattina, pensata per chi finisce di festeggiare e ha bisogno di “recuperare le energie”: El horno de los borrachos (Il forno degli ubriachi). Qui potrete sfogare la vostra fame (chimica) su ogni tipo di prelibatezza dolce e salata, dai croissant al cioccolato ai french toast grondanti di formaggio, giusto per stare sul leggero prima di andare a letto. Dopotutto avete bisogno di carburare se volete essere in forze per il giorno dopo. Come mai? Perché probabilmente qualcuno, in lontananza e al suo ultimo shot, starà già organizzando un’altra festa per la notte successiva.