Bisogna che tutto cambi

Ormai ho vagato per i corridoi di questo ateneo per diversi anni ed è giunta l’ora di lasciarlo. In questa università sono cresciuto in scienza, coscienza ed ebbrezza e, vedendo le schiere di giovani matricole che invadono le aule, mi rendo conto di essere vecchio e di dover fare spazio alle nuove generazioni. In fin dei conti ne sono felice: sono sempre stato vecchio dentro e non vedo l’ora di esserlo anche fuori, giusto per coerenza. Soprattutto, però, non vedo l’ora di far parte del club maggioritario di questo paese: quello che ne amministra la ricchezza e che prende le decisioni che contano, quello degli anziani. Dopotutto, se Albert Einstein ne ha posto le basi, Jeffrey Epstein ce l’ha confermato: l’età è una cosa relativa. Non ho bisogno di aspettare i cinquant’anni per diventare un saggio dispensatore di consigli indesiderati e per rispondere, insieme agli altri vecchi, a tutte le domande che voi avete da maiali (o da pórci). La mia ispirazione è senz’altro mia nonna, che è sempre pronta a diffondere il suo senno senza che sia richiesto. Non rinuncia mai a regalarci la sua prospettiva particolare, radicata in un mondo completamente diverso dal mio, ma in qualche modo più semplice e coerente, in cui ogni aspetto ha un che di magico. 

Per lei Silvio Berlusconi è ancora il capo del governo, però milita per la Democrazia Cristiana. Dino Zoff è sempre il portiere della nazionale, ma il centravanti è Mario Balotelli. Il suo attore preferito rimane “champagne” (Sean Penn), ma si chiede quando Alberto Sordi farà un altro film. Forte di queste solidissime basi, corroborate dal suo prestigioso diploma di quinta elementare, mia nonna non può che fornire consigli di insindacabile validità. Secondo lei non bisogna mai prendere l’aereo, perché le scie chimiche ci avvelenano. Bere l’acqua gelida, appena presa dal frigo, è causa certa di indigestione. Infine, durante una festa non si deve mai lasciare incustodito il proprio bicchiere, altrimenti verrà contaminato da malattie terribili, come l’ADSL.

Insomma, mia nonna ne ha viste tante nel corso della sua vita. Il mondo intero è cambiato molto più velocemente di lei e nessuno si è fermato ad aspettarla, tuttavia le sue raccomandazioni sgangherate mantengono sempre una bizzarra attinenza. Io mi sento allo stesso modo, mentre mi volto a guardare chi ha appena iniziato la sua carriera universitaria, ora che io mi appresto a concluderla. Da anni sento esprimere le stesse aspirazioni, le stesse in cui anch’io credevo. Quanti studenti sono entrati giurando di terminare gli studi il più in fretta possibile, invece ora si ritrovano tre anni fuori corso. Quante matricole hanno varcato le soglie dell’ateneo sognando di incontrare l’amore della loro vita, per poi ritrovarsi impigliate in una relazione intermittente con un DJ di provincia. Quanti ragazzi si sono iscritti senza aver mai bevuto un sorso di vino e ora si ritrovano con una diagnosi precoce di cirrosi.

Questo quadro può sembrare malinconico e senza speranza, ma non è affatto così, ve lo garantisco io che sono vecchio. Non ha senso avere paura di rimanere delusi, non tanto perché è impossibile che accada (accadrà eccome), ma perché troveremo sempre il modo di adattarci. Il mondo cambia e lo stesso fanno i nostri desideri: il futuro è uno sconosciuto che si rivela man mano e noi facciamo lo stesso con lui. Come ballerini di valzer, tutti noi danziamo col nostro futuro mentre entriamo ed usciamo dalle diverse fasi della vita. Insieme a lui solchiamo una sala da ballo austera e gattopardesca, dove la musica risuona con un arrangiamento sempre diverso, ma dove le note rimangono sempre uguali. Mia nonna non ha mai ballato in vita sua, ma questo l’ha capito molto bene: bisogna che tutto cambi affinché tutto rimanga uguale.

Luca Montagnana

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